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Valutando l’impatto occupazionale, si evidenzia il contributo rilevante dei trasporti marittimi (34.725 dirette), seguito da quello delle attività logistiche ed ausiliarie che ruotano intorno ai porti (27.611 dirette). Da sole queste due attività costituiscono quasi il 50% delle unità di lavoro dell’intero cluster produttivo e di servizi. Seguono la pesca (27.555 ula dirette), la navalmeccanica (21.799), la cantieristica navale (9.945) e la nautica da diporto (14. 017). Le posizioni lavorative complessive, depurate dei posti di lavoro su navi che svolgono servizi ausiliari e tenuto conto dei posti di lavoro a terra attribuibili alle compagnie di navigazione, si attestano sulle 42.700 unità.
La Liguria a risultare la regione in cui la vocazione per il mare e il ruolo economico svolto dalle attività ad esso connesse risultano sensibilmente più accentuati. L’indice sintetico regionale di intensità delle attività marittime registra, infatti, in prossimità della Liguria un valore pari a 120,3, che distacca nettamente Friuli-Venezia Giulia (112,8), Campania (110,5), Veneto (109,3) e Sicilia (108,8), che seguono nella graduatoria
In Italia, si prevede che nel 2020 il comparto possa arrivare ad occupare 1,4 milioni di occupati, un numero piuttosto rilevante per la nostra economia.
IRCSIA nel passato recente ha realizzato, per la Camera di Commercio di Napoli (Azienda speciale: Cesvitec), un’indagine sull’Innovazione dell’Economia del Mare evidenziando l’approccio all’innovazione delle imprese dei diversi comparti:
Ha, inoltre, effettuato indagini sulle imprese afferenti al Porto di Napoli nell’ambito di un’indagine per conto dell’Unione Industriali di Napoli.